Il ponte di Genova

L'idea

 

Renzo Piano e il nuovo ponte per Genova: “Dovrà durare mille anni”

"I muri devono crollare, i ponti mai. Questo ponte deve infiammare il nostro immaginario". Renzo Piano presenta il dopo Ponte Morandi

Renzo Piano e il nuovo ponte per Genova: “Dovrà durare mille anni”

Un'immagine del plastico di Renzo Piano relativo al progetto per il nuovo ponte di Genova (fonte FB Regione Liguria)

 

Un ponte genovese, semplice e parsimonioso, in acciaio e di colore bianco e che sia destinato a durare mille anni. Renzo Piano ha presentato ufficialmente il progetto donato alla città di Genova per la costruzione della nuova infrastruttura destinata a sostituire il Ponte Morandi. Accanto all’archistar e ai suoi collaboratori, attorno al plastico che lascia intendere la nuova architettura di collegamento del capoluogo ligure, c’erano nella tarda mattinata di oggi 7 settembre 2018, il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, l’amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, Giovanni Castellucci, l’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, il sindaco di Genova, Marco Bucci, e il sottosegretario ai Trasporti, Edoardo Rixi.

 

L’idea di Renzo Piano per il nuovo ponte

L’architetto ligure ha lavorato sull’idea per la nuova infrastruttura dal 15 agosto, subito dopo la tragedia del Ponte Morandi, su richiesta del governatore Toti e del sindaco di Genova. Dire che il nuovo ponte debba durare mille anni non è una battuta, ma una necessaria esigenza: “Dovrà essere un ponte semplice e parsimonioso – spiega Renzo Piano – ma non banale. Dovrà essere un ponte ‘genovese’ e deve avere qualcosa che ricordi le vittime – ha proseguito – La mia presenza è la cosa meno importante. Questa deve essere un’opera che nasce dall’entusiasmo. Un cantiere è un luogo di coesione e magia dove tutti lavorano assieme. Genova è grande e capace. Genova non si è mai persa. Sarà un ponte più sottile che avrà la propria base sul Polcevera. Quelli che ho presentato non sono schizzi. Sono progetti ragionati. Avrà una sua luminosità con riflettori che di giorno cattureranno la luce del sole per poi fare luce di notte. Il colore sarà il bianco”.

 

Per il ponte l’acciaio lo produrrà l’Arcelor Mittal che ha appena rilevato l’Ilva: preoccupano però i tempi di realizzazione dell’infrastruttura, ma Renzo Piano rassicura: “Costruiremo il ponte quanto prima ma non ci deve essere fretta. Sarà costruito come se fosse una nave. Fatto di componenti che vanno messi assieme. Genova sarà laboratorio d’Italia. Sarà un ponte a 4 corsie da 3,75 metri più le corsie di emergenza”.

 

Tempi e coordinamento per il nuovo ponte

“Entro ottobre 2019, novembre al massimo, Genova avrà un nuovo ponte sul torrente Polcevera”. L’annuncio porta la firma del presidente della Regione Liguria e commissario per l’emergenza Giovanni Toti che ha anche spiegato come il cantiere per la demolizione delle macerie del Ponte Morandi andrà di pari passo con quello per la ricostruzione. “Sulla demolizione – ha proseguito Toti – nelle ultime ore stiamo lavorando per smontare il Morandi e per non demolire le case sottostanti almeno fino alla costruzione del nuovo ponte. Ma ci stiamo lavorando, vedremo. Non è una cosa semplice. I monitoraggi inizieranno nei prossimi giorni. Per ora l’unica società titolata ad aprire il nuovo cantiere è Autostrade che ha la concessione. Ritengo che con la partecipazione anche di Fincantieri e Piano si possa costruire il ponte”. L’ad di Fincantieri, Giuseppe Bono, ha spiegato invece come il “cantiere di Sestri Ponente, a Genova, avrà un ruolo centrale nella realizzazione del nuovo ponte. Lì potremo realizzare la struttura d’acciaio. Ci sarà nuovo lavoro e ci saranno assunzioni. Sarà un ponte a chilometro zero. Speriamo di avere presto anche nuovi spazi e un cantiere più grande“.

 

Il sottosegretario ai Trasporti Edoardo Rixi, all’uscita dal vertice che ha preceduto la conferenza stampa, ha parlato dei tempi del Decreto Genova, che il governo Conte dovrebbe licenziare entro la prossima settimana o almeno prima del salone nautico.[1]

 


Il nuovo ponte

Nuovo ponte di Genova, concluso il varo. Conte: «Da qui un modello per l’Italia che si rialza»

L’ultima trave fissata martedì mattina, a 40 metri di quota, a completamento dei 1.067 metri dell’impalcato che va a sostituire il ponte Morandi, crollato il 14 agosto del 2018 facendo 43 vittime. Le sirene del cantiere celebrano la giornata storica

di Carlotta Lombardo e Andrea Pasqualetto

 

«Questa è una giornata speciale e simbolica per l’Italia». Sono le prime parole del premier Giuseppe Conte, giunto a Genova per il “varo” del nuovo ponte, vestito ieri della bandiera di San Giorgio e questa notte illuminato del tricolore. Mascherina chirurgica e caschetto, Conte ha incontrato nel cantiere del Polcevera il sindaco del capoluogo ligure e commissario alla ricostruzione, Marco Bucci, e il governatore della Liguria Giovanni Toti. L’ultima trave in acciaio della struttura è stata fissata questa mattina, a 40 metri di quota, a completamento dei 1.067 metri dell’impalcato che va a sostituire il ponte Morandi, crollato il 14 agosto del 2018 facendo 43 vittime. Unisce nuovamente Levante e Ponente del capoluogo e ligure. Un simbolo di rinascita, di ripartenza per l’intero Paese.

 

Nuovo ponte di Genova,  concluso il varo. Conte: «Da qui un modello per l’Italia che si rialza»

A celebrare la storica giornata le sirene del cantiere, alle quali faranno eco quelle del porto di Genova. «Questo ponte colpisce il cuore, la mente. Colpisce per lo stile asciutto tipico dei genovesi – ha detto Bucci - È il modello Genova e può essere un modello da seguire per la gestione delle opere pubbliche in Italia, nel quale la burocrazia è stata ridotta ai minimi termini». Si tratta di un “varo” strutturale. Per quello effettivo, che lo renderà aperto al traffico, serve ancora qualche mese. «Succederà presumibilmente nella seconda metà di luglio», ha precisato il commissario. «Questo cantiere — ha ricordato Bucci — non è mai stato chiuso: basta mettersi in sicurezza e lavorare e prendersi le proprie responsabilità». Alla cerimonia di varo partecipa anche la ministra per le Infrastrutture e i Trasporti, Paola De Micheli. Ai giornalisti che gli chiedevano cosa chiederà al presidente del Consiglio, il sindaco ha detto: «Gli chiederò di far ripartire la nautica da diporto e gli presenterò un progetto importante per Genova su infrastrutture e tecnologia». Toti ha voluto sottolineare il valore simbolico della grande opera: «Credo sia l’esempio di un’Italia che ce la fa a ripartire. È qualche cosa di più di un ponte. È utile a questo paese. È la dimostrazione che insieme possiamo fare tante cose», «la dimostrazione che chi pensa che una cosa non sia possibile farebbe bene ad astenersi dal disturbare chi la sta facendo».

 

 

 

Vicino alla pila 9, quella crollata lo scorso agosto, ci sarà un memoriale. «Noi genovesi — ha concluso il sindaco — abbiamo nel cuore e nella mente il ricordo del crollo. Ci saranno le memorie delle persone. Un segnale che queste cose non ci saranno più».

 

 

Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, per parlare si toglie la mascherina . «Sono sufficientemente lontano da tutti voi — precisa —. Il ponte è un messaggio straordinario per tutto il Paese, che sta vivendo un momento difficile. E racchiude tanti significati, come il fatto di avere qui tutte le istituzioni del Governo italiano». Conte ha infatti salutato il “varo” ricordando, con la sua presenza, che lo Stato non ha mai abbandonato Genova. «Oggi suturiamo una ferita, quella delle 43 vittime, che non potrà essere completamente marginata — ha sottolineato—. Ma ci stiamo impegnando al massimo affinché tragedie del genere non si ripetano». Il «progetto Genova» è stato realizzato con estrema rapidità grazie a operai, tecnici, progettisti, capicantieri, architetti ai quali il premier rivolge il suo ringraziamento. «Genova — ha concluso — è un cantiere simbolo dell’Italia che non si lascia abbattere né sopraffare nemmeno da una tragedia di questa portata».

 

Per la costruzione del nuovo ponte Salini Impregilo, insieme a Fincantieri nella joint venture Per Genova, ha utilizzato 67mila metri cubi di calcestruzzo e 24mila tonnellate di acciaio e carpenterie metallica. «Quel giorno tremendo d’agosto ho pensato come è possibile che con la nostra sapienza del fare sia successo questo? Ci siamo dimenticati che queste cose vanno mantenute. Non sono eterne: il calcestruzzo, con il quale sono state realizzate tutte le nostre infrastrutture, dura 50 anni». Ad andare al cuore dell’origine della tragedia è Pietro Salini, amministratore delegato di Salini Impregilo, intervenuto alla cerimonia. «Il coronavirus ci ha tolto le mani da poter stringere, ma oggi io le stringo simbolicamente per omaggiare il lavoro dei costruttori. Vorrei che questo ponte fosse il punto di inizio per cominciare il nostro futuro».

 

A carena di nave e lungo 1.067 metri «Il Ponte», come lo ha ribattezzato Renzo Piano, è stato realizzato grazie a tutto il know-how di Fincantieri, gruppo leader nella navalmeccanica, utilizzando 17.400 tonnellate d’acciaio, forgiate negli stabilimenti Fincantieri di tutta Italia grazie al lavoro di più di 800 persone. L’assemblaggio e la saldatura sono state possibili con l’impegno di ingegneri e tecnici specializzati, sino a 350 al giorno nei momenti di picco produttivo. Per completare l’impalcato sono serviti 19 sollevamenti, di cui 3 speciali per le maxi-campate da 100 metri l’una, che ad oltre 40 metri di altezza, hanno scavalcato il torrente Polcevera e la ferrovia. Il prossimo appuntamento, dopo le attività di rivestimento, sarà quello con le tecnologie sviluppate da Seastema e Cetena — sempre del gruppo Fincantieri —: il ponte sarà dotato di speciali sensori che faranno del viadotto di Genova il primo “smart bridge” d’Europa. «A marzo dell’anno scorso davamo il via alla produzione di conci nel nostro stabilimento di Valeggio sul Mincio — ricorda Giuseppe Bono, amministratore delegato di Fincantieri — e già prevedevamo di poter accelerare sui tempi: il risultato di oggi ci dà ragione».[2]

 


La struttura

Il nuovo ponte sulla Polcevera rappresenta un significativo svincolo per i collegamenti stradali e il trasporto a Genova, in Liguria e in tutta Italia. Dopo il crollo del ponte Morandi del 14 agosto 2018, la sua rapida ricostruzione mira a diventare un modello di ristrutturazione e adattamento delle infrastrutture italiane di alto significato sociale, economico e strategico. Il nuovo viadotto, che attraversa l'area antropica della Val Polcevera, assume il carattere di un "ponte urbano". Questa condizione ha caratterizzato il design, assicurando la sintonia non solo con l'infrastruttura stessa, ma anche con il forte rapporto con l'area circostante.

Il nuovo ponte è appoggiato a terra per mezzo di sottili pilastri in cemento armato con una sezione ellittica di 4 metri per 9,5 metri. La geometria dell'ellisse, senza angoli acuti, permette alla luce di "scivolare" sulla superficie, mitigando così l'impatto visivo e la presenza nel contesto urbano dei nuovi pilastri.

Il ponte è sostenuto da diciotto pilastri con un passo costante di 50 metri, ad eccezione delle tre campate centrali che, attraversando il torrente Polcevera e le aree ferroviarie, hanno un passo di 100 metri. La disposizione dei moli è il risultato di una scelta architettonica finalizzata all'utilizzo di elementi più frequenti ma snelli che si adattano meglio in un tessuto urbano irregolare. Da un punto di vista strutturale e sismico, il ponte è "isolato" dalle pile di sostegno attraverso l'uso di dispositivi di supporto che permettono al ponte di "respirare" senza che ci sia alcuna influenza sulla sua stabilità e forza. Questo approccio ha permesso di ottimizzare strutture, sottostrutture e, in particolare, fondazioni, limitandone le dimensioni in un contesto altamente urbanizzato. Da un punto di vista architettonico, la forma descritta dal ponte, che richiama lo scafo di una nave, è di grande importanza. La graduale riduzione della sezione verso le estremità del ponte attenua l'impatto visivo della nuova infrastruttura. Inoltre, l'uso di un colore chiaro per il rivestimento degli elementi in acciaio rende il ponte luminoso, armonizzando la sua presenza nel paesaggio.

La necessità di ricollegare i rami stradali esistenti - sul lato ovest, le gallerie coronata e, sul lato est, dagli svincoli verso l'autostrada A7 - è stata la base per tracciare le strade del nuovo ponte e della nuova rampa di ingresso in direzione ovest. Rispetto al tratto originale del ponte Morandi, il tratto stradale è stato dotato anche di una corsia di emergenza in entrambe le direzioni al fine di garantire la sicurezza stradale e la possibilità di effettuare lavori di manutenzione lungo il ponte senza dover ricorrere alla chiusura delle corsie riservate.

Come conseguenza della grande tragedia che fu il crollo parziale del Ponte Morandi, la voglia di ricostruire e ripartire si porse subito un obiettivo più ampio, quello di costruire un nuovo ponte capace di rappresentare la vera forza motrice dietro la trasformazione dell'intera area della Val Polcevera. Pertanto, la costruzione del ponte sarà accompagnata da bandi di gara per concorsi pubblici con l'obiettivo di attuare opere di rigenerazione urbana, sociale e ambientale. In particolare, sarà creato un nuovo parco pubblico che, tramite un memoriale, riperlerà le vittime del crollo e ristabilirà il fragile ecosistema naturale della Val Polcevera.[3]

 


IL NUOVO PONTE GENOVA SPOSA IL RISPARMIO ENERGETICO

Una nota green caratterizza il progetto del nuovo Ponte Genova che disporrà di un impianto fotovoltaico di potenza pari a 136 kWp abbinato ad un sistema di accumulo con lo scopo di utilizzare energia rinnovabile per le utenze elettriche dell’opera consentirà di utilizzare al massimo l’energia prodotta, aumentando la possibilità di autoconsumo fino al 95%.

 

L’istallazione dell’impianto è prevista su entrambi i lati del viadotto per l’intera lunghezza. Le strutture posizionate esternamente lungo il viadotto Genova, saranno inclinate a 45 gradi rispetto al piano stradale e consentiranno il posizionamento di moduli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica.

 

Le scelte sulle dimensioni del pannello da adottare, sono correlate allo spazio disponibile in corrispondenza delle

strutture, che considerando entrambe le facciate del viadotto, sarà di 2040 mq circa.[4]


Genova inaugura posa ultima campata del nuovo viadotto

Renzo Piano presenta il progetto

Conferenza stampa sul progetto