Youth4Climate

Un’ opportunità per i giovani di proporre idee e azioni concrete per affrontare il cambiamento climatico.

Youth4Climate: Driving Ambition, quasi 400 giovani da tutto il mondo a Milano

Youth4Climate: Driving Ambition è un punto di incontro per quasi 400 giovani, ovvero per 2 giovani per ognuno dei 197 Paesi membri dell’UNFCCC (La Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici). L’evento si è svolto a Milano, al MiCo. I primi due giorni, dal 28 al 29 settembre, sono stati dedicati ai lavori di gruppo, mentre l’ultimo giorno, il 30 settembre, è stato dedicato al dialogo e ai dibattiti tra i delegati e i ministri presenti alla Pre-COP26. Sì, perché l’evento Youth4Climate precede un altro cruciale appuntamento per il clima, ovvero la COP26 di Glasgow, in scaletta tra l’1 e il 12 novembre 2021.[1]

 

 

 

 


I 400 giovani provenienti da tutto il mondo hanno affrontato le principali urgenze e priorità dell’azione per il clima lavorando intorno a quattro temi: 1) Youth Driving Ambition; 2) Sustainable Recovery; 3) Non-State Actors’ Engagement; 4) A Climate-Conscious Society.

A ogni tema corrisponde un gruppo di lavoro  guidato da due persone: un rappresentante dei giovani e un esperto senior delle organizzazioni internazionali.

 

1) Ambizione climatica

Come favorire la partecipazione dei giovani nei processi decisionali, ai fini di contribuire all’aumento dell’ambizione climatica, ovvero mettere in atto azioni concrete per il raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi.

Sotto-temi: dimensione: locale, nazionale e multilaterale.

 

2) Ripresa sostenibile

Come coniugare la ripresa economica dalla pandemia con l’attuazione degli obiettivi dall’Accordo di Parigi.

Sotto-temi: transizione energetica e green jobs, orientamento dei flussi finanziari, soluzioni basate sulla natura, adattamento e resilienza e turismo sostenibile.

 

3) Coinvolgimento degli attori non statali

Il ruolo svolto dagli attori non-governativi nella lotta al cambiamento climatico e nei settori che hanno un impatto nella vita quotidiana dei giovani.

Sotto-temi: sistemi alimentari, imprenditoria giovanile, sport, moda e arte.

 

4) Una società più consapevole delle sfide climatiche

Come costruire una società più consapevole delle sfide climatiche.

Sotto-temi: riconoscimento del ruolo svolto dalle comunità locali e dalle popolazioni indigene; educazione ambientale - con riferimento anche al lavoro svolto dall’Action for Climate Empowerment dell’UNFCCC, in riferimento all'articolo 6 della Convenzione e all'articolo 12 dell'Accordo di Parigi; sensibilizzazione pubblica e comunicazione scientifica.

 

Negli ultimi mesi ai giovani partecipanti all’incontro di Milano sono state offerte opportunità di approfondimento online sulla piattaforma dell‘UNDP SparkBlue, anche grazie alla collaborazione con i Regional Collaboration Centers (RCC) dell’UNFCCC. I numerosi incontri virtuali sono stati organizzati tenendo conto delle aree geografiche e dei temi in agenda.[2]


INTERVENTI

 Le parole di Greta Thunberg a Milano

 

L’intervento più atteso durante il primo giorno dell’Youth4Climate non poteva che essere quello di Greta Thunberg, con il discorso già famoso cucito intorno al concetto di “Planet bla bla bla”. Sì, perché la giovane attivista svedese ha affermato in modo chiaro «Non c’è un pianeta B, non c’è un pianeta bla bla bla» per sottolineare il fatto che finora, nella lotta ai cambiamenti climatici, ci sono state tante, tantissime chiacchiere, ma pochi fatti. 


L’ironia pungente di Thunberg è continuata poi sullo stessa linea, citando alcune delle “chiacchiere” le quali, senza fatti , restano solamente parole vuote: «Green economy? Bla bla. 2050 net zero: Bla bla. Climate neutral: bla bla». 

Indubbiamente è necessario un dialogo, ammette Greta, ma è anche vero che «continuiamo a parlare da anni e le emissioni continuano a crescere». Non stupisce quindi che Greta parli di richieste e di ambizioni tradite, di come nonostante i tanti discorsi continuino a essere aperti nuovi impianti che sfruttano i combustibili fossili, di come i potenti facciano solamente finta di ascoltare. «La speranza» tuona la svedese davanti al pubblico «è dire la verità, agire, non dire bla bla bla. Vogliamo salvare il futuro: serve una azione drastica, ora».

Youth4Climate: l’intervento di Vanessa Nakate

Il discorso di Greta Thunberg al MiCo è stato accolto dal pubblico con grande entusiasmo. Ma un numero ancora maggiore di applausi hanno accompagnato il discorso di Vanessa Nakate, la giovane attivista ugandese fondatrice di Rise Up, tanto da spingere tanti all’intravedere nel Youth4Climate il passaggio di testimone da Greta a Vanessa del ruolo di paladina della lotta al cambiamenti climatico. Meno arrabbiato ma più potente, e decisamente più profondo e commovente, il discorso di Nakate è partito dalle drammatiche alluvioni che hanno messo in ginocchio l’Uganda.

«L’Africa» ha spiegato «è responsabile per il 3% delle emissioni globali, ma nonostante questo soffriamo l’impatto della crisi più di altri». Ecco allora che Nakate ha parlato delle siccità, delle inondazioni, della sofferenza e dei morti che stanno colpendo non solo l’Uganda, ma anche il Madagascar, l’Algeria e la Nigeria. Allargando lo sguardo ad altri paesi che stanno soffrendo in modo peculiare dei cambiamenti climatici, dal Bangladesh ai Caraibi, l’attivista ha poi chiesto «chi pagherà per tutto questo? Chi pagherà per le persone che muoiono, che scappano, per le specie che scompaiono? Per quanto tempo dovrà continuare così? I leader guardano e non fanno nulla, senza intervenire davvero nella decarbonizzazione. Non possiamo più adattarci come facciamo sempre. È arrivato il tempo di agire e i leader devono mettere quello tutto quello che sta accadendo al centro delle negoziazioni. I leader devono smettere di parlare e iniziare ad agire. Basta conferenze e summit: fateci vedere, agite, agite ora».[1]